Fotovoltaico, inverter e connessioni alla rete: verso regole di interconnessione comunitaria
Intervista a Raffaele Salutari – Consigliere ANIE/GIFI
POTREBBE ESPRIMERE UN GIUDIZIO SULL’EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO ITALIANO IN MATERIA DI CONNESSIONE ALLA RETE?
L’evoluzione del quadro normativo relativo alla connessione alla rete negli ultimi anni è legato principalmente alla diffusione della generazione distribuita. Credo che le disposizioni che abbiamo oggi siano un ottimo lavoro frutto anche di una reazione ad una situazione di emergenza (famoso caso del maggio 2011 del distacco in Sicilia) promossa da Terna con l’allegato A70, ma anche di un lavoro più organico ed esaustivo condotto dal comitato tecnico CT316 del CEI nell’aggiornamento delle due norme di connessione CEI 0-16 e CEI 0-21. Questo ha portato non solo a fornire i servizi necessari al corretto funzionamento della rete elettrica in presenza di generazione distribuita, ma anche ha creato la disponibilità all’interno della rete di apparati che possono essere utilizzati per una ottimizzazione ed una gestione più intelligente della rete elettrica.
IL QUADRO È COMUNQUE IN CONTINUA EVOLUZIONE. COSA CI DOBBIAMO ASPETTARE NEI PROSSIMI MESI?
In sostanza saranno solo adattamenti, ma c’è un punto molto importante relativo ai sistemi di accumulo. Infatti nelle due varianti di CEI 0-21 e CEI 0-16 sono previsti alcuni paragrafi relativi alle modalità di connessione degli storage con i relativi sistemi di misura dei flussi di energia. Questo aprirà le porte alla effettiva creazione di un nuovo mercato, rimuovendo di fatto la barriera che finora ha impedito la commercializzazione su larga scala dei sistemi di accumulo.
QUINDI CONTINUI CAMBIAMENTI. COME PENSA CHE POSSA RISPONDERE IL MERCATO E LE AZIENDE AD UNA SITUAZIONE COSÌ MUTEVOLE?
L’aggiornamento normativo da una parte è necessario per aumentare la penetrazione della generazione distribuita e quindi è importante per la sicurezza del sistema elettrico; dall’altra è pesante il fatto che ogni paese sia un caso a sé e abbia normative differenti. Infatti questo moltiplica gli sforzi di ingegneria e i costi che le aziende produttrici devono sostenere anche in termini di gestione delle scorte di materiale a magazzino, in relazione alle scadenze che talvolta a nostro avviso non hanno dato tempo sufficiente all’industria per reagire in maniera economicamente efficiente.
Per esempio auspichiamo che l’implementazione delle due nuove prove sugli inverter secondo la variante di CEI 0-16 eviti di creare problemi e perciò abbiamo chiesto all’AEEG che sia previsto un tempo minimo di sei mesi per permettere all’industria di gestire il cambiamento in maniera efficiente.
ESISTONO SECONDO LEI ASPETTI DELLA NORMATIVA CHE POSSONO ESSERE RESI PIÙ EFFICIENTI?
Un primo miglioramento del quadro normativo si otterrà con l’effettiva implementazione del protocollo di comunicazione IEC 61850 per aumentare la selettività logica delle reti di distribuzione. È interessante poi capire l’evoluzione di una possibile Norma comune europea a livello CENELEC, che prende spunto dalle Technical Specification 50549-1 e 50549-2, per avere delle regole di connessione comuni nella rete interconnessa europea. Questa misura consentirebbe alle aziende produttrici di inverter di rendere più efficienti i processi di sviluppo dei propri prodotti.