Generazione distribuita, demand response e smart grids
Intervista a Giuliano Monizza, Vice Presidente di ANIE Energia
ANIE Energia presenta il 4 Dicembre a Milano il primo studio italiano sullo sviluppo delle Smart Grid in Italia e delle opportunità per le aziende che operano nel settore elettrico. Le smart grid rappresentano il legame tecnologico tra la generazione distribuita e nuovi modelli di business. Può darci qualche anticipazione?
Gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale sulle Fonti di Energia Rinnovabili prevedono, per il settore elettrico, di sviluppare impianti fino a raggiungere quasi il 40% dei consumi finali al 2020, con una produzione di circa 130 Twh/anno ,ipotizzando consumi attuali costanti i .. Il numero di nuovi impianti di generazione distribuita che saranno connessi alle reti Media Tensione e Bassa Tensione da qui al 2020 è pari a circa 160.000 – 180.000 (di cui il 90% sulla BT e il 10% sulla MT). Sulla base dei dati di evoluzione del carico e della generazione distribuita,si possono ipotizzare le percentuali di sviluppo dei principali investimenti sulle reti di distribuzione nei prossimi anni. In valore assoluto, con riferimento alla sola realizzazione di nuove Cabine Primarie e Cabine Secondarie, il numero di interventi da realizzare da qui al 2020 sul sistema elettrico di distribuzione nazionale è stimabile fino a 200 nuove Cabine Primarie e fino a 50.000 nuove Cabine Secondarie per un ammontare di investimento di circa 10 miliardi di €. Si può quindi desumere che le Smart Grid e le energie rinnovabili distribuite,sono quindi un importante processo evolutivo delle tecnologie impiegabili nella rete elettrica italiana, con una caratterizzazione fortemente innovativa .
Dal suo punto di vista, come descriverebbe lo stato dell’arte del nostro paese da un punto di vista di liberalizzazione del mercato elettrico e di regolamentazione dello stesso in un’ottica di cambio di paradigma?
Merita sicuramente evidenziare il fatto che l’AEEG già da alcuni anni ha avviato un percorso virtuoso verso l’adozione di modelli di liberalizzazione del mercato elettrico attraverso la selezione di progetti pilota. Per quanto riguarda le Smart Grid faccio riferimento ai progetti pilota su reti di distribuzione in MT incentivati attraverso la Delibera ARG/elt 39/10 che vedono protagoniste le principali Utilities italiane come “front runners” anche a livello europeo. In particolare, per i sistemi di accumulo sulla rete di trasmissione la AEEG con la Delibera 66/2013/R/eel e la Delibera 43/2013/R/eel nonché la Delibera ARG/elt 199/11) sulle reti di trasmissione e distribuzione sta spronando il sistema. Inoltre, per i veicoli elettrici sulla rete di distribuzione in bassa tensione abbiamo le sperimentazioni come indicato dalla Delibera ARG/elt 242/10.
Tramite delibere operative sono stati lanciati tutti quei meccanismi necessari per l’evoluzione delle regole di connessione ,incluso la revisione del servizio di dispacciamento per le unità di produzione alimentate da fonti rinnovabili non programmabili.
Il fermento tecnologico e industriale è notevole. Tuttavia sarà necessario definire in maniera esaustiva il ruolo delle utilities con i relativi aspetti regolatori che coinvolgono i Sistemi Efficienti di Utenza e Reti Interne di Utenza nonchè la definizione dei servizi di dispacciamento erogabili dalla generazione distribuita proveniente da fonti rinnovabili non programmabili.La liberalizzazione del mercato e l’utilizzo delle energie rinnovabili sono strategicamente la via per rendere indipendente il ns paese , equiparando i costi dell’energia a livelli competitivi anche nel nostro paese.
Guardando invece alle aziende. Quale ruolo potrà giocare il nostro tessuto industriale, anche a livello internazionale, nello sviluppo ed implementazione di queste nuove infrastrutture? Quali sono le reali opportunità?
A livello europeo il commissario Hoettinger per l’Energia ha lanciato nel Luglio 2012 un piano per PCI (Projects of Common Interest ) con un programma di finanziamenti apposito ,cosi da facilitarne lo start up e la realizzazione.Si tratta di progetti di Interconnessione fra paesi europei e su questi progetti l’industria Italiana farà senz’altro la sua parte.
Tuttavia , per quanto riguarda la generazione distribuita e le energie rinnovabili quale potrebbe essere il fotovoltaico,la tematica di fondo è trovare il modo di far partecipare le Fonti di Energia Rinnovabili al mercato dei servizi di dispacciamento. Questi aspetti infatti ,relativi ai modelli futuri di mercato , sono trattati dalla task force “smart grids” della Commissione Europea. A livello europeo, infatti, le smart grid sono una realtà tecnologica. Il Joint Research Center della Commissione Europea ha mappato circa 200 progetti per Smart Grids nei 27 paesi della Comunita’Europea. A questi progetti sono legate le tecnologie di Trasmissione e Distribuzione dell’Energia elettrica , le tecnologie da Energie rinnovabili – fotovoltaico ed eolico in particolare , biomasse – senza escludere l’idraulico già di per se diffuso . La disponibilità di progetti smart comunitari, con le relative tecnologie,consentono ipotesi di benchmark a livello europeo. Certamente le opportunità imprenditoriali sono principalmente legate a tutte quelle funzionalità che le smart grids dovranno avere. Faccio riferimento a:
- Telecontrollo e gestione in tempo reale della rete di distribuzione MT e BT
- Ottimizzazione in tempo reale e in fase predittiva delle risorse di rete
- Automazione avanzata di rete in assetto radiale o ad anello
- Incremento dell’affidabilità del Sistemi di Protezione di Interfaccia mediante telescatto con logica fail-safe
- Regolazione innovativa della tensione
- Limitazione/modulazione (in emergenza) della potenza attiva immessa dalla Generazione Distribuita
- Monitoraggio delle iniezioni da Generazione Distribuita in tempo reale
- Previsione e controllo della produzione da Generazione Distribuita nella prospettiva di un dispacciamento locale
- Domotica: controllo del carico, comunicazione dei dati all’interno della rete domestica e abilitazione di strategie di demand response
- integrazione in rete di infrastrutture di ricarica dei Veicoli Elettrici
- controllo e gestione dei sistemi di accumulo abbinati al fotovoltaico in ambito residenziale
- sviluppo di servizi per le” smart city” e gli smart building ad alta efficienza energetica/automazione.
In questa ottica sarà importante la cooperazione tra industria e utilities allo scopo di indirizzare il processo di realizzazione in una adeguata economia di scala ed una standardizzazione a livello paese, europeo e internazionale coordinata , così da cogliere tutti i vantaggi economici che andranno a beneficio degli utilizzatori finali e/o “prosumers”Produttori e Utilizzatori.
Occorre un approccio combinato di attivita top- down e bottom –up fra tutti gli operatori coinvolti.
Un’ultima domanda: se fosse il Ministro dello Sviluppo Economico, quali misure urgenti a favore del settore elettrico nazionale farebbe approvare dal Parlamento?
E’ una domanda sfidante e complessa, in un momento economico di “tempesta perfetta”. Io penso che il sistema paese dovrebbe dotarsi di un elenco di progetti a breve ,media/lunga scadenza per supportare la transizione tecnologica nel modo più rapido possibile, compresa la liberalizzazione del mercato elettrico, che tenga conto della generazione distribuita allo scopo di individuare tutti quei meccanismi che permettono di riconoscere il ruolo delle utilities e la remunerazione degli investimenti.Il ruolo del Regolatore AEEG in questo contesto è fondamentale e di fondamentale stimolo al sistema industriale, il quale necessita di certezze e regole semplici e con ridotta burocrazia. Questo ipotetico elenco progetti, guidati dal MiSE e regolato daAEEG, dovrebbero essere redatto al più presto coinvolgendo le maggiori utilities italiane, le principali città in un ottica di smart cities ed il sistema industriale di Confindustria ANIE .L’ammodernamento del sistema delle infrastrutture industriali e delle Utilities italiane è un problema di tutti che necessita pianificazione e determinazione.
ANIE , con il suo contributo di tecnologie allo stato dell’arte ,ha una valore non solo sul mercato domestico ma anche sui mercati globali visto che ANIE con le sue 1200 aziende, da lavoro a 450 mila persone, genera un fatturato di circa 70 mld di € di cui circa il 45% è rappresentato da ’export,diretto e indiretto. Il sistema economico dell’industria elettromeccanica italiana ha bisogno ,di una fattiva iniezione di fiducia e di chiarezza su progetti concreti e fattibili;il tutto i in un ottica di posizionamento locale e mantenimento e crescita a livello nazionale, europeo e globale ,delle sue tecnologie. Faccio presente che le aziende ANIE investono ca il 5% del giro di affari in ricerca e sviluppo con una innovazione continua, che fino ad ora ha consentito attività all’esportazione di un’industria che è fra le prime in Europa .PPer acconsentire che l’industria italiana possa confrontarsi col mercato globale è necessario che a livello del Ministero dello Sviluppo Economico si operi al più presto in modo innovativo , individuando sistemi incentivanti a medio e lungo termine , ma partendo da progetti concreti e condivisi con tutte la forze industriali È stato fatto in Europa ,si puo’ fare anche in Italia; solo con progetti concreti si progetta la crescita!